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Martedì 8 Ottobre 2024
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Nella giornata di lunedì 30 settembre in Sala Sestini sono stati premiati negozi, locali e botteghe artigiane che hanno svolto il proprio esercizio senza interruzioni per un periodo non inferiore a 40 anni. L'elenco completo:
ORTOPEDIA PELLETTERIA CUGINI | Albino |
DAL FORNAIO REGUZZI | Almè |
DIMENSIONI | Bagnatica |
PASTICCERIA GELATERIA PELIZZARI | Bariano |
PANIFICIO MARKET BRAVI | Bariano |
PASTICCERIA AL VALENTINO | Brembate di Sopra |
PANIFICIO PATELLI | Cenate Sotto |
AUTOFFICINA MONTI | Bergamo |
CALZATURE BELINGHERI | Bergamo |
LA CLESSIDRA | Bergamo |
LIO PELLEGRINI | Bergamo |
OL GIOPI’ E LA MARGI’ | Bergamo |
CIRCOLINO CITTA’ ALTA | Bergamo |
IL FIORAIO DEL BORGO | Bergamo |
PANIFICIO PASTICCERIA BERGAMO UNO | Bergamo |
RISTORANTE GENZIANELLA | Bracca |
TRATTORIA DENTELLA | Bracca |
PANIFICIO MIDALI | Branzi |
BAR TRATTORIA IMPERO | Brignano Gera d'Adda |
LAZZARINI ELETTRODOMESTICI | Brignano Gera d'Adda |
RADAELLI ARREDA | Calusco d’Adda |
CASTAGNA | Caravaggio |
LA BOTTEGA VERZEROLI CALZATURE | Castione della Presolana |
THOMAS MARKET | Castione della Presolana |
FARMACIA VARINELLI | Casazza |
RISTORANTE PIZZERIA SABI | Chiuduno |
RISTORANTE LA SOSTA | Cisano Bergamasco |
BAR RISTORANTE PIZZERIA SERENELLA | Colere |
LA BAITA | Colere |
GIOIELLERIA MAVER | Cologno al Serio |
PASTICCERIA GIANNI | Cologno al Serio |
MACELLO MACELLERIA BETTONI | Costa Volpino |
RISTORANTE HOTEL DAINA | Dalmine |
MAFFIULETTI | Dalmine |
OLDANI | Dalmine |
ONGARO ARREDA | Gazzaniga |
PASTICCERIA SCOTTI | Gazzaniga |
PANIFICIO PETROGALLI | Gromo |
BAR BELVEDEREBAR BELVEDERE | Gromo |
GL ACCONCIATORI | Lovere |
FRIGERIO BOMBONIERE | Mornico al Serio |
ARTE DEL PANE DI CUMINETTI | Nembro |
LE STAGIONI | Orio al Serio |
ARTE E FIORI ELISA MASSIMO MASCHERETTI LABORATORIO FLOREALE DAL 1982 | Osio Sopra |
DOVE IL LAVARE È ARTE | Paladina |
ARREDAMENTI GIURINI | Pianico |
PASTICCERIA BANI | Ponte Nossa |
BRENA | Ponte San Pietro |
TRATTORIA FALCONI | Ponteranica |
CASLINI CARROZZERIA VENDITA AUTOMOBILI | Ranica |
DARITEX | Rogno |
CASA DEGLI SPOSI | Romano di Lombardia |
RISTORANTE RONCOLA | Roncola |
PASTICCERIA BIGIO | San Pellegrino Terme |
POMPE FUNEBRI TASSIS | San Pellegrino Terme |
IL TAGLIERE | Santa Brigida |
GHIBESI | Schilpario |
MACELLERIA PIZIO | Schilpario |
RISTORANTE CAPRIOLO | Schilpario |
RISTORANTE SAN MARCO | Schilpario |
MACELLERIA SERPELLINI | Sovere |
DIMENSIONE UOMO ACCONCIATURE | Suisio |
MACELLERIA TEANI | Suisio |
RISTORANTE PAPILLON | Torre Boldone |
TRATTORIA PIZZERIA DA NISIO | Torre de’ Roveri |
COLORIFICIO CHINELLI | Urgnano |
FEDELI | Treviglio |
PIUMA D’ORO | Treviglio |
TAPPEZZIERE MAGNI | Valbrembo |
POLLERIA FRUTTA VERDURA | Verdellino |
SORELLE PILENGA | Verdellino |
TRE VALLI | Villa d’Almè |
AGENZIA FOTO E VIDEO S. MARCO | Villongo |
IMPERIAL BAR | Vilminore di Scalve |
CERIMBELLI | Zandobbio |
IL GIARDINAGGIO DI PREVITALI GIULIO | Zanica |
BAR SOLE | Zogno |
CALZOLERIA RINALDI | Zogno |
FARMACIA BRIGHENTI | Zogno |
LICINI ABBIGLIAMENTO | Zogno |
RISTORANTE DA TRANQUILLO | Zogno |
Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (IA) rappresenta una delle maggiori sfide per la società e per le imprese nell’ambito della transizione digitale, con numeri in significativa crescita anche in Italia. L’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano stima una crescita del 52% per il mercato nazionale dell’IA nel 2023. La Camera di commercio di Bergamo ha approfondito l’atteggiamento e la propensione verso questa tecnologia da parte delle imprese della provincia appartenenti ai settori dell’industria (imprese con almeno 10 addetti), dell’artigianato manifatturiero, dei servizi e del commercio al dettaglio (imprese con almeno 3 addetti).
In particolare, le imprese bergamasche che già utilizzano sistemi o apparecchiature di IA sono una minoranza, che va dall’esiguo 2% registrato nell’artigianato al 10% del commercio al dettaglio, mentre più numerose risultano quelle che intendono utilizzarli in futuro, con percentuali comprese tra il 6% dell’artigianato e il 18% dell’industria.
Considerando sia le utilizzatrici che quelle che prevedono di implementare l’IA in futuro, la quota di imprese coinvolte oscilla dal 20% al 25%, con l’industria (25%) che scavalca il commercio al dettaglio (22%) e a seguire i servizi (19%). Fa eccezione l’artigianato, dove l’interesse si rivela molto inferiore (8%) anche per via delle limitate dimensioni aziendali: la propensione all’utilizzo dell’IA è infatti correlata positivamente alla grandezza dell’impresa. Un confronto con i risultati registrati in Lombardia mostra come l’industria bergamasca evidenzi una propensione maggiore rispetto alla media regionale (23%), mentre viceversa il terziario orobico sconta un gap negativo rispetto ai settori lombardi del commercio al dettaglio e dei servizi (entrambi 27%).
Commenta il presidente di Bergamo Sviluppo Giacinto Giambellini: "L'Intelligenza Artificiale rappresenta una delle leve principali per la trasformazione digitale delle imprese, tuttavia i dati mostrano che molte realtà bergamasche sono ancora prudenti nell'adottarla. La Camera di commercio si pone l’obiettivo di sostenere le imprese, soprattutto quelle di piccola e media dimensione, nell'avvicinarsi a queste tecnologie in modo consapevole. A tale scopo, Bergamo Sviluppo organizza specifici percorsi formativi fornendo loro gli strumenti necessari per comprendere appieno i benefici dell'IA" .
Il valore delle esportazioni di Bergamo nel secondo trimestre totalizza 5.363 milioni di euro, con una variazione del -1,6% su base annua che rimane in territorio negativo. Le corrispondenti variazioni registrate dalla Lombardia e dall’Italia sono del +0,1% e del +0,5%.
Le importazioni sono state pari a 3.544 milioni (-0,7% tendenziale, contro -1,1% in Lombardia e 4,6% in Italia).
Il saldo trimestrale della bilancia commerciale di Bergamo è positivo per 1.819 milioni, superiore al saldo del trimestre corrispondente dell’anno scorso (1.578 milioni).
Per quanto riguarda le prestazioni dei settori trainanti dell’export provinciale, la situazione è la seguente: macchinari (1.255 milioni, -2,6%), prodotti chimici (834 milioni, +2,5%), metalli di base (722 milioni, -11,6%), mezzi di trasporto (548 milioni, -1,2%), gomma e materie plastiche (492 milioni, -4,7%), apparecchi elettrici (382 milioni, +8,3%), alimentari (330 milioni, +1,5%) e tessile e abbigliamento (251 milioni, +0,1%).
Per area geografica di destinazione, nel trimestre in esame l’area EU registra un decremento ( 3,1%), mentre i Paesi non UE sono in lieve aumento (+0,6%). Tra questi, la situazione è tuttavia variegata: al contributo negativo dei Paesi europei non UE e dell’Asia orientale fa riscontro un contributo positivo, di intensità maggiore, di Africa settentrionale, America centro-meridionale e Medio Oriente.
Rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente, le variazioni dei primi 10 paesi per interscambio commerciale con Bergamo sono negative con l’eccezione di Spagna e Regno Unito.
La variazione tendenziale dell'export semestrale bergamasco di macchinari verso l’Arabia Saudita è del +36%. Le esportazioni bergamasche di macchinari verso l’Arabia Saudita rappresentano ora una quota del 4% della stessa merceologia, in aumento di due punti rispetto all’anno scorso.
Le esportazioni semestrali bergamasche verso il Kirghisistan sono diventate 30 volte più alte in valore rispetto al 2022; quelle bresciane verso lo stesso Paese sono ora 47 volte più alte.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “La variazione trimestrale rimane in campo negativo, tuttavia con un’intensità minore rispetto alla variazione cumulata semestrale, segnale che potrebbe preludere a un processo di rientro. La Lombardia, che ha iniziato a soffrire della contrazione del commercio internazionale prima di Bergamo, è già timidamente in positivo. Lo stesso movimento si riscontra nei numeri del nostro partner commerciale, la Germania. Si auspica che l’imminente calo del costo del denaro da parte della BCE e della FED dia nuovo slancio alla domanda” .
Nel secondo trimestre del 2024 si registra un rallentamento della dinamica positiva evidenziata dal terziario bergamasco negli ultimi tre anni, sebbene di intensità diversa nei due principali settori: i servizi rimangono infatti in espansione, sebbene con una variazione di fatturato su base annua che si riduce al +1,6%, mentre il commercio al dettaglio svolta in negativo archiviando un calo del -2,8%. Tale risultato conferma la migliore perfomance dei servizi negli ultimi anni, come evidenziato dall’andamento dell’indice, che ha raggiunto quota 132,7 (2015=100) con un incremento di circa 27 punti rispetto al periodo pre-Covid, mentre il commercio al dettaglio scende a 113,3, mantenendo un guadagno di circa 11 punti rispetto al 2019. L’andamento del fatturato del comparto commerciale è stato inoltre favorito dai prezzi, che in questo trimestre tornano a crescere in misura significativa (+2,8% congiunturale): al netto di questo effetto i volumi di vendita risultano in calo già da tempo. La spinta dei listini è stata meno marcata nei servizi, sebbene anche in questo caso l’inflazione tardi a manifestare chiari segnali di discesa (+1,3% la variazione congiunturale, in linea con gli ultimi trimestri). Il percorso “a ostacoli” di rientro dell’inflazione, oltre alla maggiore propensione al risparmio dei consumatori, che al momento sembrano sfruttare il recupero di potere d’acquisto più per ricostituire i propri livelli di ricchezza erosi dall’inflazione piuttosto che per incrementare i consumi, sono probabilmente alla base del peggioramento delle aspettative degli imprenditori.
Le imprese bergamasche dei servizi con almeno 3 addetti archiviano una crescita di fatturato pari al +1,6% su base annua, in ridimensionamento rispetto a quanto registrato nei primi tre mesi dell’anno (+2,6%) e nel 2023 (+4,9% la crescita media annua). Leggermente diversa la dinamica evidenziata dalle variazioni congiunturali, che essendo calcolate rispetto al trimestre precedente offrono un’indicazione della tendenza più recente: nel secondo trimestre la crescita si attesta al +0,4% dopo la stagnazione del primo trimestre (+0,1%). Al di là delle oscillazioni trimestrali, l’andamento dell’indice del fatturato conferma un rallentamento nella prima parte del 2024 dopo la crescita più robusta degli anni precedenti.
Un’analisi dell’andamento dei sotto-settori, per quanto da considerare con cautela per via della limitata numerosità campionaria, aiuta a comprendere le cause di questa frenata, che sembra dovuta all’esaurirsi della spinta fornita dalle attività di alloggio e ristorazione; continuano a crescere invece i servizi alle imprese.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “L’inflazione nei Paesi europei è scesa, ma non ha ancora stabilmente raggiunto l’obiettivo del 2% della BCE. La temuta recessione è stata per il momento scongiurata, tuttavia l’incertezza aumenta, l’economia risente dell’alto costo del denaro e i consumatori aumentano la propensione al risparmio comprimendo i consumi. Gli imprenditori esprimono ora una minore fiducia, visto che il percorso di rientro dell’inflazione e della crescita del potere d’acquisto ha tempistiche incerte”.
Tra aprile e giugno la produzione delle imprese industriali bergamasche con almeno 10 addetti è scesa del -2,5% su base annua e del -1,2% rispetto al trimestre precedente, accentuando la tendenza negativa che aveva caratterizzato i primi mesi del 2024 e buona parte del 2023. Il miglioramento che gli imprenditori avevano auspicato nella scorsa indagine non si è quindi ancora materializzato, con una domanda che resta debole nonostante il primo timido taglio del costo del denaro effettuato dalla BCE. Regge meglio l’artigianato, che dopo il calo del primo trimestre torna in territorio lievemente positivo (+0,5% la variazione su base annua e +0,3% su base trimestrale): nell’ultimo anno e mezzo l’indice della produzione artigiana è rimasto sostanzialmente stabile, accumulando un vantaggio di 5 punti su quello industriale (122,2 rispetto a 117,5). Dagli ordini provengono segnali contrastanti (in crescita per l’industria e in calo per l’artigianato), ma gli imprenditori sembrano aspettarsi una fase di debolezza ancora prolungata prima che gli effetti del previsto (e rimandato) taglio dei tassi di interesse dispieghi i suoi effetti su consumi e investimenti: le aspettative per il prossimo trimestre sono negative e in peggioramento per entrambi i comparti.
Nell’industria bergamasca la dinamica della produzione registra un peggioramento, archiviando la quinta variazione negativa consecutiva su base annua (-2,5%), nonché la più consistente tra quelle fin qui registrate. Il profilo delle variazioni congiunturali, calcolate cioè rispetto al trimestre precedente, evidenzia come la fase di calo sia iniziata già a fine 2022, per interrompersi brevemente a fine 2023 e riprendere con maggiore intensità nel 2024: anche in questo caso la flessione del secondo trimestre (-1,2%) risulta la più marcata di questa fase recessiva. Si tratta di un andamento in linea rispetto alle media nazionale, che ha visto una flessione congiunturale lievemente meno accentuata (-1%) ma un maggior calo tendenziale (-3,1%). Il numero indice della produzione orobica, calcolato ponendo pari a 100 il valore medio del 2015, scende così a quota 117,5, con una perdita cumulata di quattro punti rispetto al livello massimo raggiunto nel 2022, ma ancora 9 punti sopra i livelli pre-Covid.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “L’elevato costo del denaro e il prezzo dell’energia, ancora posizionato mediamente a circa il doppio del periodo pre-crisi, continuano a penalizzare il settore manifatturiero. Il quadro internazionale e il rallentamento di Germania e Francia, principali paesi europei destinatari del nostro export, sono ulteriori fattori negativi, che pesano soprattutto sul clima di fiducia e sulle aspettative. A livello territoriale, si notano diversi gradi di esposizione tra il comparto industriale e quello artigianale e poi tra i vari settori produttivi, dove il più colpito è proprio quello più rilevante per dimensione, ossia la meccanica” .
È pronto ed già in vendita su shop.piuprezzi.it, in formato digitale compatibile anche con i principali programmi di computo metrico, il listino aggiornato dei “Prezzi informativi delle opere edili”, che nella sua nuova edizione in uscita a luglio 2024, si conferma riferimento assoluto per i prezzi di edilizia e impianti nella provincia bergamasca.
Il listino, realizzato dalla Camera di commercio di Bergamo in collaborazione con Ance Bergamo, rileva i prezzi di più di 6.400 voci del mercato edile: materiali, manodopera, assistenze murarie, impianti tecnologici, contenimento energetico, sicurezza, tutela della salute e dell’igiene nei luoghi di lavoro.
I prezzi rilevati con riferimento al maggio 2024 registrano un incremento medio rispetto al settembre 2023 del +1,3% per quanto riguarda il settore dell’edilizia residenziale e del +1,9% per quanto concerne il settore dell’urbanizzazione.
Le variazioni più evidenti si riscontrano nelle opere da giardinaggio (+8.8%), nelle opere da tinteggiatore (+4.8%) e nei noleggi (+3.7%). Stabili, invece, le opere da serramentista, fabbro e vetraio, oltre agli impianti di climatizzazione e riscaldamento.
L’opera è frutto di un approfondito lavoro di revisione dei prezzi raccolti da oltre 100 informatori, svolto da apposite commissioni tecniche operanti in Camera di commercio e costituite da 26 esperti designati dalle associazioni di categoria, del mondo imprenditoriale e dagli ordini professionali del territorio. I prezzi di questa edizione si riferiscono al periodo precedente al maggio 2024.
Il listino dei “Prezzi informativi delle opere edili” viene fornito in modalità elettronica (file pdf, excel, html) attraverso il portale www.prezzibergamo.it oppure attraverso lo scarico di file da importare nei programmi di computo metrico più diffusi. Grazie a una WebApp, inoltre, il portale permette di creare preventivi online personalizzati. È disponibile anche una demo gratuita del nuovo listino.
“Prezzi informativi delle opere edili” si rivolge alle imprese edili e agli operatori nel mondo delle costruzioni quali ingegneri, architetti, geometri, periti industriali e avvocati, oltre alle amministrazioni appaltanti quali Ministeri, Regioni, Comuni ed enti pubblici che devono redigere capitolati speciali d’appalto in quanto in esso sono contenute con esattezza e precisione le descrizioni di tutte le tipologie di materiali e lavori in ambito edile e i prezzi ufficiali necessari per un progetto edile.
Per informazioni e acquisti: tel. 02.8515.2115, assistenzaprezzi@infocamere.it.
Al 30 giugno 2024 in provincia di Bergamo erano 90.877 sedi di imprese registrate e 82.833 le imprese attive. Rispetto a un anno prima queste sono calate di 239 posizioni, proseguendo con un -0,3% il calo in atto da due anni.
Rispetto a un anno fa, tutti i settori hanno registrato cali, in particolare manifattura, commercio e costruzioni, con l’eccezione dei servizi che registrano un generale aumento (+1,6%). Nello specifico, hanno contribuito a questa crescita le attività professionali tecniche e scientifiche, le attività finanziarie e assicurative, i servizi di informazione e comunicazione, le attività artistiche, le altre attività di servizi, l’istruzione, la sanità e assistenza sociale, le attività di noleggio e agenzie di viaggio e le attività immobiliari. Continuano invece a calare l’alloggio e la ristorazione, il trasporto e magazzinaggio.
Le imprese iscritte più numerose del periodo sono dei servizi complessivamente considerati, che hanno avuto 438 nuove imprese, valore che rapportato al numero delle registrate dà un tasso di natalità pari a 1,2%. A seguire, in ordine di numerosità, le costruzioni, il commercio, la manifattura e l’agricoltura.
Rispetto alla nati-mortalità delle imprese, il secondo trimestre dell’anno si chiude con un saldo tra iscrizioni e cessazioni complessive positivo (+87 unità). Il saldo, depurato dalle cessazioni d’ufficio, risulta ancora più positivo (+431).
Rispetto alla forma giuridica, le società di capitali si confermano il segmento più dinamico del tessuto imprenditoriale (+1,5%), mentre le imprese individuali e le società di persone flettono.
Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “I dati dell’anagrafe camerale mostrano per il secondo trimestre dell’anno un quadro che testimonia la vivacità del tessuto imprenditoriale bergamasco. Il saldo positivo tra nuove aperture e chiusure è particolarmente evidente nel settore dei servizi, come è stato nei due trimestri passati. Proprio in questo settore aumentano anche le consistenze delle imprese attive. A crescere sono soprattutto le attività basate su conoscenza e innovazione, segnale che c’è un aumento della domanda per questa tipologia di servizi” .
Il focus di approfondimento realizzato dalla Camera di commercio sull’andamento economico del primo trimestre 2024 conferma come l’industria sia il settore con la maggiore propensione a utilizzare il credito e altre fonti di finanziamento. Qui la percentuale di imprese che vi ha fatto ricorso nell’ultimo anno è pari al 62%, in ulteriore crescita rispetto a quanto rilevato nel 2023. Gli altri settori registrano percentuali inferiori, comprese tra il 43% dell’artigianato manifatturiero e il 46% dei servizi.
Le imprese bergamasche, intervistate ad aprile, segnalano condizioni di accesso al credito ancora in peggioramento nell’ultimo anno. I giudizi sono negativi soprattutto per quanto riguarda le condizioni economiche, con oltre la metà delle imprese che valuta in peggioramento sia il tasso applicato che il costo complessivo del finanziamento. Le indicazioni meno negative si registrano nelle imprese industriali, caratterizzate da dimensioni medie maggiori: il tasso in questo settore viene indicato in crescita nel 49% dei casi, a fronte di un 34% che lo segnala stabile e del 18% che registra già un miglioramento. Per gli altri comparti, dove è maggiore la prevalenza di micro e piccole imprese, le indicazioni di inasprimento del tasso raggiungono valori più elevati: 65% nell’artigianato manifatturiero, 57% nei servizi e 54% nel commercio al dettaglio (dove però il costo complessivo del finanziamento è reputato in crescita nel 67% dei casi). Per quanto riguarda le condizioni accessorie e le garanzie richieste, la maggior parte dei giudizi è orientata alla stabilità, ma con una quota ancora significativa di indicazioni di peggioramento (in particolare nell’artigianato, dove superano il 40%); marginali in questo caso le valutazioni positive.
Il presidente della Camera di commercio Carlo Mazzoleni commenta: “Nonostante le difficoltà legate all'aumento dei costi di finanziamento, le imprese bergamasche dimostrano una notevole resilienza e solidità patrimoniale. L’inflazione sembra maggiormente sotto controllo, ciò ha indotto la BCE a diminuire timidamente il tasso di interesse di riferimento, tuttavia la politica monetaria permane restrittiva, perché il rischio di una ripresa inflattiva non è scongiurato. Mi riferisco, ad esempio, alla possibilità che il conflitto nel Vicino Oriente si allarghi o che misure protezionistiche scatenino una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Si ripeterebbe uno scenario di prezzi alti in presenza di crescita debole, a cui già contribuiscono peraltro gli alti investimenti in infrastrutture verdi che spingono in su i prezzi delle materie prime”.
Il valore delle esportazioni di Bergamo nel trimestre totalizza 5.046 milioni di euro (-5,8% su base annua, contro variazioni del -3,4% in Lombardia e del -2,8% in Italia).
Le importazioni sono state pari a 3.468 milioni (-9,5% tendenziale, contro -5,7% in Lombardia e 10,1% in Italia).
Il saldo trimestrale della bilancia commerciale di Bergamo è positivo per 1.578 milioni, inferiore al saldo del trimestre corrispondente dell’anno scorso (1.593 milioni).
Per quanto riguarda le prestazioni dei settori trainanti dell’export provinciale, la situazione è la seguente: macchinari (1.132 milioni, -7,8%), prodotti chimici (780 milioni, -2,9%), metalli di base (707 milioni, -13,0%), mezzi di trasporto (529 milioni, +1,6%), gomma e materie plastiche (476 milioni, -7,8%), apparecchi elettrici (358 milioni, -4,8%), alimentari (326 milioni, +1,7%) e tessile e abbigliamento (236 milioni, -10,0%).
Per area geografica di destinazione, nel trimestre in esame il decremento registrato dall’area EU ( 6,1%) è superiore a quello riferito ai Paesi non UE (-5,3%), quest’ultimo spiegabile principalmente con le variazioni negative di America settentrionale, Paesi europei non UE e Medio Oriente.
Rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente, le variazioni dei primi 10 paesi per interscambio commerciale con Bergamo sono tutte negative.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Con il primo dell’anno sono già tre i trimestri consecutivi in cui le esportazioni bergamasche registrano una variazione in territorio negativo, e in quello in esame il calo avviene in misura preoccupante, peggiore dei dati regionale e nazionale. La Lombardia ha iniziato questo movimento in discesa un trimestre prima e accumulando quindi nel complesso una perdita di valore più elevata. Certo è che la debolezza della domanda che sta alla radice della contrazione del commercio internazionale pesa sulla manifattura, lasciando relativamente indenne la componente dei servizi”.
Al 31 dicembre 2023 nella provincia di Bergamo il commercio al dettaglio contava 13.191 attività di commercio, esercitate in via primaria o secondaria da imprese in sede fissa. Tale dato, che non rappresenta appunto le imprese, ma conteggia le attività esercitate presso sedi, filiali e negozi, costituisce l’11% del totale della Lombardia, collocando quindi Bergamo in terza posizione, dopo Milano e Brescia.
Negli ultimi cinque anni, tra il 2019 e il 2023, gli esercizi commerciali attivi bergamaschi in sede fissa sono complessivamente calati anche se a un ritmo meno negativo rispetto a quello registrato a livello regionale e nazionale.
È nel 2023 che gli esercizi commerciali hanno subito la diminuzione maggiore, riportando un calo del 2% rispetto a un anno prima. Questa flessione, avvenuta peraltro anche in Lombardia e in Italia, si spiega con la progressiva normalizzazione che vari settori stanno attraversando dopo gli anni pandemici, caratterizzati da un aumento della domanda, una crescita delle iscrizioni di imprese e un congelamento delle cessazioni dovuto alle misure di sostegno economico messe in campo dallo Stato.
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Osservato nell’ultimo quinquennio, il commercio al dettaglio è tra i settori che hanno risentito più intensamente degli effetti della pandemia e della dinamica inflattiva. Ora che si assiste a una normalizzazione, il commercio tradizionale ne esce con un numero di effettivi ridotto, soprattutto negli esercizi specializzati e nell’alimentare, ma più resiliente e innovativo. I nuovi canali di vendita vivono un vero exploit grazie alla vendita online. Il nostro tessuto imprenditoriale si adegua ai tempi per essere più competitivo”.