Anche l’export bergamasco è cresciuto in modo anomalo verso i Paesi vicini alla Russia

Giovedì 7 Dicembre 2023

Anche l’export bergamasco è cresciuto in modo anomalo verso i Paesi vicini alla Russia

Aleggia lo spettro dell’elusione delle sanzioni verso la Russia. L’export verso Kazakistan, Uzbekistan, Georgia, Armenia e altri Paesi geograficamente e politicamente vicini alla Russia è cresciuto del 67% dal primo semestre 2021.

Tra i primi sei mesi del 2021 e lo stesso periodo del 2023, Bergamo ha guadagnato 25 milioni di euro di export verso otto Paesi della ex sfera sovietica, ossia Armenia, Azerbaijan, Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.

Se per effetto delle sanzioni europee le esportazioni bergamasche verso la Russia nel primo semestre 2023 (56 milioni di euro) sono state il 24% in meno rispetto al 2022 e addirittura il 50% in meno rispetto al 2021, parallelamente le statistiche ufficiali evidenziano un altro fenomeno: le esportazioni bergamasche verso i Paesi dell’area di influenza russa sono cresciute del +67% tra il primo semestre del 2021 e il 2023, trainate soprattutto dal Kazakistan, Uzbekistan, Georgia e Armenia.

Il Kazakistan è il Paese che ha avuto l’exploit maggiore con un raddoppio delle esportazioni bergamasche, che sono passate da 14 milioni di euro nel primo semestre 2021 a 30 milioni di euro nel 2023. Bergamo è così diventata la seconda provincia esportatrice italiana verso questo Paese dopo Milano, guadagnando una posizione rispetto al 2021. A dare l’impulso maggiore sono stati i Metalli di base e prodotti in metallo (+940%), che rappresentano oltre la metà dell’export verso questo Paese, e gli Altri prodotti alimentari, ovvero zucchero, tè, caffè, pasta, piatti pronti e omogenizzati, che sono passati da 6 mila euro a oltre 4 milioni di euro.

Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Le sanzioni hanno avuto l’effetto di dimezzare le esportazioni bergamasche in Russia rispetto a due anni fa. A questo calo ha fatto fronte una forte crescita del traffico verso alcuni Paesi ex sovietici, che ha assorbito la metà di quanto perso con la Russia. Pesa l’interrogativo se tale fenomeno rappresenti di fatto e almeno in parte una forma di elusione delle sanzioni.

Dal momento dell’invasione russa all’Ucraina avvenuta il 24 febbraio 2022, l’UE, così come Regno Unito e Stati Uniti, ha varato 11 pacchetti di sanzioni contenenti tra l’altro una serie di restrizioni all'importazione e all'esportazione da e verso la Russia. Le sanzioni colpiscono merci europee esportate per un valore di oltre 43,9 miliardi di euro e merci russe importate per un valore di 91,2 miliardi di euro, ossia il 49% delle esportazioni realizzate nel 2021 e il 58% delle importazioni dello stesso anno.

Tra le merci la cui esportazione risulta vietata vi sono tecnologie d'avanguardia, componenti elettroniche e software, alcuni tipi di macchinari e attrezzature per il trasporto, beni e tecnologie per la raffinazione del petrolio, attrezzature, tecnologie e servizi per l'industria dell'energia, beni e tecnologie per i settori aeronautico e spaziale, prodotti per la navigazione marittima e tecnologie di radiocomunicazione, vari beni a duplice uso civili e militari, beni di lusso, armi da fuoco ad uso civile e altri materiali per l'esercito.

Ultima modifica: Giovedì 7 Dicembre 2023