L’effetto del confinamento si fa sentire con forza nei numeri dell’interscambio con l’estero del secondo trimestre 2020
Il valore delle esportazioni di Bergamo nel trimestre è sceso a 3.066 milioni di euro(‑26,7% su base annua, contro variazioni del -26,9% in Lombardia e del -27,8% in Italia).
Nel trimestre le importazioni sono state pari a 1.809 milioni (-26,6% tendenziale contro -24,8% in Lombardia e -28,4% in Italia).
Il saldo trimestrale della bilancia commerciale di Bergamo è positivo per 1.258 milioni, inferiore al saldo del trimestre corrispondente dell’anno scorso (1.716 milioni).
Le esportazioni bergamasche registrano un peggioramento rispetto ai dati dell’ultimo trimestre. Il calo provinciale è in linea con quello regionale, il quale, come nel trimestre precedente, è più accentuato rispetto al Nord-est (-23,2%) e lievemente anche rispetto Nord-ovest (‑26,6%).
In calo tutti i settori trainanti dell’export provinciale: macchinari (759 milioni, ‑25,9%), prodotti chimici (473 milioni, -20,7%), metalli di base (427 milioni, -26,8%), articoli in gomma (302 milioni, ‑24%), mezzi di trasporto (247 milioni, -34,5%) e apparecchi elettrici (191 milioni, -29,4%), oltre al tessile e abbigliamento (142 milioni, -43,8%). La diminuzione complessiva del valore delle esportazioni è spiegata principalmente dalla variazione delle citate categorie merceologiche, che danno conto del 89% del totale esportato nel periodo.
Nel trimestre in esame l’export di Bergamo per area geografica di destinazione registra un calo tendenziale verso l’area UE 27 post Brexit (-24,2%), nonché verso l’Eurozona (-24,4%). I mercati Extra UE sono in calo ancora maggiore (‑30%), dovuto principalmente all’effetto combinato di una diminuzione verso i Paesi europei non UE, America settentrionale e Asia orientale.
In forte discesa le esportazioni verso i primi dieci maggiori paesi di destinazione delle merci bergamasche, che congiuntamente rappresentano il 61% del totale trimestrale esportato. Valori fortemente negativi per i primi cinque: Germania (-20,3%), Francia (‑27,4%), Stati Uniti (-31,7%), Spagna (‑36,8%) e Regno Unito (-32,7%).
A partire dal febbraio 2020 il Regno Unito è uscito dall'Unione Europea. Per assicurare il confronto con l’anno precedente si è utilizzato l’aggregato UE27, senza il Regno Unito. Analogamente sono stati ricalcolati gli aggregati Paesi europei non UE e Paesi extra UE.
L’Istat segnala infine che, nel contesto dell’emergenza Covid-19 la rilevazione Intrastat ha registrato un calo delle dichiarazioni pervenute per i mesi di febbraio, marzo e aprile. I dati potranno essere pertanto oggetto di successiva revisione.
Commenta il presidente Mazzoleni: “Se nel primo trimestre la diminuzione bergamasca era doppia rispetto a quella della Lombardia, ora osserviamo un allineamento tra i valori provinciali e quelli regionali, purtroppo pesantemente negativi. Bergamo occupa il posto di sesta provincia per diminuzione delle esportazioni, dopo Milano, Torino, Firenze, Brescia e Vicenza. Ce lo aspettavamo, dato che aprile è stato il mese con il maggior calo. Tuttavia, per l’Istat a luglio e agosto è proseguita la fase di ripresa, anche occupazionale, e le previsioni puntano a un rimbalzo del Pil nel terzo trimestre. Confido che anche le esportazioni si misureranno con numeri ben diversi nel prossimo periodo”.
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