Informazione economica

Mercoledì 13 Dicembre 2023

Le esportazioni bergamasche flettono, ma meno che in Lombardia (e nel Nord-Ovest)

Il valore delle esportazioni di Bergamo nel trimestre totalizza 4.752 milioni di euro (-1,7% su base annua, contro variazioni del -2,8% in Lombardia e del -4,6% in Italia).

Le importazioni sono state pari a 3.108 milioni (-12,8% tendenziale, contro -12,4% in Lombardia e ‑20,3% in Italia).

Il saldo trimestrale della bilancia commerciale di Bergamo è positivo per 1.644 milioni, superiore al saldo del trimestre corrispondente dell’anno scorso (1.878 milioni).

Per quanto riguarda le prestazioni dei settori trainanti dell’export provinciale, la situazione è la seguente: macchinari (1.159 milioni, +2,5%), prodotti chimici (656 milioni, -12,7%), metalli di base (652 milioni, -2,8%), mezzi di trasporto (527 milioni, +12,8%), gomma e materie plastiche (430 milioni, -9,5%), apparecchi elettrici (322 milioni, -1,1%), alimentari (319 milioni, +13,9%) e tessile e abbigliamento (226 milioni, -15,3%).

Per area geografica di destinazione, nel trimestre in esame la variazione negativa dell’area EU (‑4,8%) è compensata dalle maggiori esportazioni verso i Paesi fuori dall’UE (+2,7%). All’interno di quest’ultima ripartizione, si segnala il forte aumento delle vendite verso il Medio Oriente e l’America Settentrionale, e la marcata diminuzione di quelle verso l’Asia orientale e l’America centro-meridionale.

Rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente, le esportazioni verso i primi 10 paesi per interscambio commerciale con Bergamo accusano arretramenti nei confronti di Germania (-4,5%), Francia (-4,4%), Spagna (-3,4%), Regno Unito (‑14,9%), Svizzera (-8,1%) e Cina (-21,6%). Aumentano invece quelle verso Stati Uniti (4,3%), Polonia (9,7%), Paesi Bassi (8,8%) e Turchia (49,3%). Nella classifica la Turchia, con una crescita del 49,3%, ha ora scavalcato la Cina.

Per la Lombardia il terzo trimestre è stato un periodo di flessione, come peraltro per l’intero Nord-Ovest italiano, ma la provincia di Bergamo ha chiuso con numeri meno negativi. Il calo misurato anno su anno è comunque presente anche per noi e le esportazioni verso la Germania, il nostro principale mercato di destinazione, sono scese per il secondo trimestre consecutivo.

Ultima modifica: Mercoledì 13 Dicembre 2023
Giovedì 9 Novembre 2023

L'agroalimentare tiene. Esportazioni +19%, soprattutto bevande, formaggi e prodotti ittici

L'agroalimentare regionale ha registrato una complessiva tenuta nel primo semestre 2023, è questo il quadro tracciato dallo studio congiunturale condotto da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia, pur sullo sfondo del calo dei costi dei mezzi di produzione - ancora elevati in molti settori - e di una maggiore riduzione dei prezzi alla produzione. Nel dettaglio, il lattiero-caseario e il suinicolo hanno risultati favorevoli, mentre le carni bovine, il cerealicolo e il vitivinicolo sono in negativo. L'andamento degli affari è in calo rispetto allo scorso semestre, ma le aspettative degli imprenditori restano discrete, anche se, pure in questo caso, traspare una flessione.

Per quanto riguarda Bergamo, la situazione si può stimare sulla base dei dati disponibili a livello provinciale, che si riferiscono alle esportazioni, alla produzione lattiero-casearia, alla demografia di impresa e all'occupazione.

Le esportazioni agroalimentari verso gli Stati Uniti sono cresciute dell'impressionante cifra dell'84%, superando il livello del 2019 grazie all'ottimo andamento del comparto bevande, che rappresenta la quasi totalità dell'esportato verso gli USA. Ma sono cresciute anche le vendite verso Polonia (+41%), Spagna (+28%), Francia (+25%) e Belgio (+21%).

Infine, a livello occupazionale, il primo trimestre 2023 vede un calo delle assunzioni rispetto allo stesso periodo del 2022, ma un saldo positivo (+1.052) tra assunzioni e cessazioni. E' quanto emerge dall'analisi dell'Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia di Bergamo che prende in esame le comunicazioni obbligatorie sui rapporti di lavoro dipendente.

Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: "I risultati dell'agroalimentare bergamasco mostrano una generale tenuta, ma la forbice dei costi produttivi e dei prezzi alla produzione incide negativamente sulla redditività delle imprese. Le esportazioni agroalimentari hanno avuto una crescita significativa grazie all'industria delle bevande, che ha consolidato la propria quota di mercato in diversi Paesi, in primis gli Stati Uniti".

Ultima modifica: Venerdì 10 Novembre 2023
Data evento:

Gio, 25 Aprile, 2024 - 21:26

Luogo evento:

Online

Tipo evento:
Costo:

Gratuito

Prossimi eventi:

Lun 06 Mag, 2024

(Sala del Consiglio del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni, Bergamo)
Online
25 Aprile 2024

Obiettivi:

I marchi di garanzia della qualità e della provenienza dei prodotti in Italia rappresentano uno dei valori aggiunti della nostra economia in tutto il mondo.
Durante il corso formativo verranno prospettate le varie tipologie di marchi di garanzia e di provenienza che a tutela dei consumatori, ma anche dei produttori dalla contraffazione, certificano i prodotti agroalimentari e non solo.

Programma

ore 9.30 Saluti introduttivi - Dott.ssa Castagnini Camera di Commercio di Bergamo

ore 9.40 Intervento Avv. Clizia Cacciamani - Esperto di Unioncamere Lombardia

  • La registrazione dei marchi a tutela della qualità del prodotto
  • I marchi collettivi
  • I nuovi marchi di certificazione italiani ed europei
  • DOC, DOP, IGP, IGT cd. marchi di qualità
  • Interferenze tra marchi collettivi e marchi di qualità
  • Tutela dei marchi territoriali e di qualità all’estero
  • L’Italian sounding

ore 12.30 Conclusione lavori

Destinatari:

Imprenditori, responsabili di azienda, responsabili marketing, responsabili ricerca e sviluppo, responsabili produttivi.

Per iscriversi all’evento occorre: in primo luogo registrarsi alla piattaforma di LombardiaPoint e in secondo luogo registrarsi a questo evento.

Giovedì 26 Ottobre 2023

Terzo trimestre 2023: le nuove aperture di imprese si concentrano nei servizi e nelle costruzioni

Al 30 settembre 2023 in provincia di Bergamo erano 91.681 le sedi di imprese registrate e 82.857 le imprese attive. Rispetto a un anno prima, queste ultime sono diminuite di 292 unità, proseguendo con un -0,4% la tendenza calante per il quinto trimestre consecutivo.

Si coglie un segnale di lieve dinamismo del tessuto imprenditoriale nel saldo positivo di 208 unità, dato dalla differenza tra le 960 iscrizioni e le 752 cessazioni non d’ufficio. Nel dettaglio, le iscrizioni sono rimbalzate dal valore più basso del decennio per lo stesso trimestre registrato nel 2022, crescendo dell’8%. Inoltre, le cessazioni non d’ufficio sono calate (-0,1%) e sono il secondo valore più basso dal 2014.

Le nuove iscritte più numerose di questo trimestre sono dei servizi (319), valore che rapportato al numero delle attive dà un tasso di natalità del 0,9%. A seguire le costruzioni (177), cui corrisponde il tasso di natalità maggiore (1,0%); il commercio (113 con un tasso di natalità dello 0,6%) e la manifattura (61 e tasso di natalità 0,6%) e l’agricoltura (18, tasso di natalità 0,4%).

Confrontando invece le attive al 30 settembre 2023 con la situazione all’anno precedente, si sono registrati cali nel commercio (-2,1%), manifattura (-1,9%) e agricoltura (-0,9%); aumenti nei servizi e, nello specifico, nelle attività professionali tecniche e scientifiche (+2,8%), attività finanziarie e assicurative (+2,4), servizi di informazione e comunicazione (+1,8%), noleggio, agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (+1,7%). Tra i servizi fanno eccezione alloggio e ristorazione, che calano del -1,2%.

Le società di capitali si confermano il segmento più dinamico del tessuto imprenditoriale (+0,8%). Sono, invece, in flessione le imprese individuali (-0,2%) e le società di persone (-3,3%).

Le imprese straniere attive sono 9.033 (+4,1% su base annua), spinte soprattutto da trasporto e magazzinaggio (+12,1%), costruzioni (+8,5%) e manifattura (+6,6%).

Le imprese femminili attive sono 17.255, in lieve crescita rispetto a un anno fa. Idem per le imprese giovanili attive, che assommano 7.309.

Le imprese artigiane registrate al 30 settembre 2023 sono 28.997; quelle attive sono invece 28.927 con un calo di 34 posizioni (-0,1%) rispetto a un anno prima.

Le iscrizioni artigiane nel trimestre sono state 311 (+16,4% su base annua). Le cessazioni complessive, che possono essere dovute alla chiusura dell’impresa o alla perdita dei requisiti, sono state 285, in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il saldo complessivo risulta positivo di 72 unità.

Le nuove iscritte più numerose sono delle costruzioni (179) e della manifattura (64). Tra le attive alla fine del trimestre, sono in lieve aumento i servizi e le costruzioni, mentre sono in calo gli altri settori, soprattutto il commercio.

La forma giuridica delle società di capitali artigiane ha registrato una variazione tendenziale positiva (+3,3%), come anche le imprese individuali (+0,3%). Le società di persone, le cooperative e i consorzi presentano invece una variazione negativa su base annua.

Tornando al complesso delle imprese, nel terzo trimestre 2023 le procedure concorsuali disciplinate dalla precedente legge fallimentare, le procedure per la risoluzione della crisi di impresa disciplinate dal nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza entrato in vigore il 15 luglio 2022, gli scioglimenti e le liquidazioni sono state complessivamente 753.

Le 106.988 localizzazioni attive tra sedi e unità locali, diminuite rispetto a un anno fa (-152), impiegavano 420.586 addetti alla fine del secondo trimestre dell’anno, di cui 353.660 dipendenti e 66.926 indipendenti. Tutti i settori economici, a parte l’agricoltura, riscontrano incrementi di addetti nelle localizzazioni attive. La manifattura registra l’aumento maggiore (+1.847). A seguire il commercio (+979) e le costruzioni (+227). Tra i servizi, crescono l’alloggio e la ristorazione (+1.234) mentre il trasporto e il magazzinaggio osservano un calo (-1.134).

Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “Il bilancio positivo tra iscrizioni e cessazioni nel terzo trimestre dell’anno mostra una contenuta vitalità del tessuto imprenditoriale bergamasco nonostante il peggioramento delle prospettive economiche. I servizi e le costruzioni registrano il numero maggiore di aperture e un saldo positivo. Diverso invece il discorso per il commercio e la manifattura, settori nei quali le chiusure superano le nuove iscrizioni”.

Ultima modifica: Giovedì 26 Ottobre 2023
Martedì 24 Ottobre 2023

Imprese bergamasche giudicano le infrastrutture: aeroporti promossi, insufficienza per il trasporto ferroviario

È una fotografia in chiaroscuro quella scattata dalla Camera di commercio di Bergamo sulla qualità delle infrastrutture del territorio, in base ai dati dell’indagine realizzata da Unioncamere Lombardia sulle imprese con almeno 10 addetti attive nell’industria e su quelle con almeno 3 addetti dei settori artigianato manifatturiero, servizi e commercio al dettaglio.

Il punto di forza della provincia è sicuramente rappresentato dalle infrastrutture aeroportuali, valutate molto positivamente dalle imprese bergamasche grazie alla presenza dell’aeroporto di Orio al Serio, in forte crescita negli ultimi anni: la somma dei giudizi “ottimi” e “buoni” si aggira intorno all’80% nei servizi (83%) e nell’industria (79%), mentre per artigianato e commercio al dettaglio si ferma rispettivamente al 72% e al 65%.

Al secondo posto della classifica stilata dalle imprese, con valutazioni decisamente meno positive, si trova la rete stradale/autostradale, che archivia giudizi ottimi o buoni compresi tra il 50% e il 60% (servizi: 60%; industria: 58%; commercio al dettaglio: 55%; artigianato: 53%), percentuali sempre inferiori alla media regionale.

I gradini successivi della graduatoria sono occupati dalle reti digitali mobili (4G e 5G) e fisse (banda ultralarga), con valutazioni più elevate espresse dalle imprese del terziario, e dai nodi logistici, che registrano anch’essi giudizi inferiori alla media regionale.

Le infrastrutture che archiviano le valutazioni più severe sono i porti e la rete ferroviaria: se nel primo caso il giudizio negativo è in linea con quello registrato in Lombardia ed è il frutto della scarsa presenza di vie di navigazione interna, oltre che dei collegamenti non ottimali con i porti liguri, nel secondo caso le valutazioni delle imprese bergamasche risultano significativamente peggiori rispetto alla già non lusinghiera media regionale. La qualità del trasporto via treno è valutata negativamente soprattutto dalle imprese manifatturiere (industria: 17%; artigianato: 15%), mentre nel terziario le percentuali risultano più elevate (commercio al dettaglio: 42%; servizi: 34%).

Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Per quanto riguarda il traffico passeggeri il territorio beneficia di una struttura aeroportuale efficiente, diventata da ormai quasi un decennio il terzo aeroporto nazionale, al vertice europeo sulla base dell’apprezzamento dei servizi offerti ai passeggeri secondo le rilevazioni di ACI World. Il trasporto su rotaia rappresenta invece da sempre per Bergamo un punto di debolezza, sia per quanto riguarda il traffico dei passeggeri che per quello delle merci, cosicché molto movimento che potrebbe utilizzare la ferrovia si riversa invece sulla rete stradale. Il pesantissimo calo del trasporto merci dell’aeroporto negli ultimi anni e la recente chiusura dello scalo merci ferroviario di Bergamo non fa che aggravare il problema del trasporto delle merci, particolarmente critico per una provincia a vocazione manifatturiera e fortemente esportatrice”.

Ultima modifica: Martedì 24 Ottobre 2023
Giovedì 28 Settembre 2023

Rispetto al 2013 a Bergamo c’è il 40% in più di attività di ristorazione

A fine 2022 le sedi di impresa bergamasche attive nella ristorazione erano 2.665 - circa il 4% del totale provinciale, una quota simile alla Lombardia e all’Italia. Nel decennio tra il 2013 e il 2022 sono aumentate di 294 unità le sedi di impresa attive nella ristorazione in provincia di Bergamo, realizzando quindi una variazione percentuale del 10%, che tocca addirittura il 40% se si considerano le imprese guidate da imprenditori nati all’estero. Va detto che il ritmo di crescita delle imprese di ristorazione e delle imprese straniere di ristorazione in bergamasca sono inferiori rispetto a corrispondenti tassi regionale e nazionale.

Se si considerano anche le unità locali, il totale sale a 3.693. Tra le unità locali della ristorazione circa tre su dieci fanno capo a una sede fuori provincia. Le unità locali hanno registrato una crescita costante - compreso nel 2022, seppure a velocità ridotta rispetto agli anni precedenti. Nel decennio sono cresciute in modo particolare le unità locali di imprese con sede fuori provincia, che hanno riportato una variazione percentuale del +144%.

Nel 2022 la maggioranza delle imprese di ristorazione attive aveva sede nell’area urbana del capoluogo (35%), seguita dalla pianura (27%), dalla collina (20%) e dalla montagna (18%). È proprio nell’area urbana che la ristorazione è cresciuta maggiormente nel decennio, poi in pianura. A fine 2022 Bergamo era in prima posizione per consistenza: 529 sedi e 232 unità locali (+40% rispetto al 2013), seguita da Treviglio (+30%).

Circa un’impresa su cinque è gestita da persone nate all’estero, il 94% delle quali è cittadina extra UE. Tra i ristoranti da asporto due su cinque sono a conduzione straniera, mentre nella ristorazione con somministrazione solo un’impresa su quattro è straniera. Se però lungo tutto il decennio gli stranieri hanno privilegiato la ristorazione senza somministrazione, nell’ultimo anno le curve si sono invertite e la somministrazione è diventata la tipologia prevalente anche tra le imprese straniere.

Un’impresa di ristorazione su quattro è a conduzione femminile, quota allineata all’Italia ma superiore alla Lombardia, mentre poco più di una su dieci è posseduta da giovani imprenditori. Le imprese giovanili e quelle femminili sono andate calando.

Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “L’evoluzione delle imprese di ristorazione lungo il decennio rispecchia diversi fenomeni, tra cui la crescita del turismo in città, il cambiamento degli stili di vita e delle abitudini legate ai pasti fuori casa durante la giornata lavorativa, oltre alla penetrazione delle catene della ristorazione. Un altro fenomeno osservabile dai numeri è la quota crescente di ristoratori stranieri, anche questo da mettere in relazione con fasi più mature della presenza straniera, accompagnata da una maggiore apertura degli italiani nei confronti del cibo etnico”.

Ultima modifica: Giovedì 28 Settembre 2023
Lunedì 25 Settembre 2023

Ancora fino al 31 ottobre per presentare una manifestazione di interesse a riqualificare e condurre la Borsa Merci di Bergamo

C’è tempo ancora fino al 31 ottobre per presentare una manifestazione di interesse nei confronti della Camera di commercio di Bergamo, proprietaria degli immobili, a riqualificare, valorizzare e gestire una porzione della Borsa Merci. Si tratta di un’indagine esplorativa che ha avviato la Camera per raccogliere proposte di operatori economici disposti a valorizzare il "Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni”, situato in Piazza della Libertà, nel centro di Bergamo.

La Camera di commercio punta a riqualificare l’immobile e offrire negli spazi attività o servizi attinenti alle finalità istituzionali dell’Ente.

Sul sito web della Camera di commercio sono pubblicati l’avviso, le caratteristiche degli spazi e la relativa documentazione, anche fotografica. Gli interessati potranno presentare manifestazione di interesse entro le ore 12.00 del 31/10/2023, mediante PEC da trasmettere all'indirizzo cciaa.bergamo@bg.legalmail.camcom.it.

Ultima modifica: Lunedì 25 Settembre 2023
Mercoledì 13 Settembre 2023

Variazione negativa per le esportazioni italiane del trimestre, ma quelle bergamasche crescono

Il valore delle esportazioni di Bergamo nel trimestre totalizza 5.448 milioni di euro (+2,4% su base annua, contro variazioni del -0,9% in Lombardia e del -1,0% in Italia). Le importazioni sono state pari a 3.570 milioni (-7,9% tendenziale, contro -6,0% in Lombardia e ‑9,8% in Italia). Il saldo trimestrale della bilancia commerciale di Bergamo è positivo per 1.878 milioni, superiore al saldo del trimestre corrispondente dell’anno scorso (1.593 milioni).

Le variazioni più positive all’interno dei dieci settori trainanti delle esportazioni provinciali si registrano nei macchinari (1.289 milioni, +8,8%), metalli di base (816 milioni, +9,0%), mezzi di trasporto (555 milioni, +9,6%), apparecchi elettrici (352 milioni, +6,9%) e alimentari (325 milioni, +17,8%).

Le variazioni negative, invece, si riscontrano nei prodotti chimici (814 milioni, -6,2%), gomma e materie plastiche (517 milioni, -5,8%) e tessile e abbigliamento (251 milioni, -17,9%).

Si osserva una variazione negativa dell’area Euro 20 (-1,1%), compensata tuttavia da una crescita delle esportazioni verso i Paesi UE fuori dall’area Euro, pertanto la variazione complessiva delle esportazioni verso l’UE è praticamente nulla (‑0,2%).

Le esportazioni verso l’Asia orientale scendono sensibilmente (-15,8%), ma aumentano quelle verso i Paesi europei non UE (+7,4%), l’America settentrionale (+12,8%), il Medio Oriente (+17,2%) e l’America centro-meridionale (+12,7%).

Analizzando i dieci paesi con maggiore interscambio commerciale con Bergamo, hanno sofferto le esportazioni verso Germania (-2,2%), Spagna (-3,4%), Regno Unito (-2,5%), Paesi Bassi (‑4,8%), Cina (-16,6%) e Austria (-6,7%). Sono aumentate invece quelle verso Francia (4,7%), Stati Uniti (12,5%), Polonia (15,1%) e Svizzera (12,3%).

Commenta il presidente Carlo Mazzoleni:Nel primo semestre la variazione delle esportazioni bergamasche rispetto all’anno precedente è in territorio ampiamente positivo, ma la crescita del secondo trimestre è meno brillante ed è un segno del rallentamento del commercio internazionale. Il calo della domanda interna di beni di consumo e di investimento, riscontrabile nei maggiori Paesi, si sta traducendo in una flessione delle importazioni. È così che, ad esempio, la situazione economica tedesca e cinese ha determinato un calo dei valori destinati a questi importanti partner commerciali del nostro territorio. In ogni caso, il flusso verso l’America settentrionale più che compensa questa diminuzione”.

Ultima modifica: Lunedì 30 Ottobre 2023
Martedì 8 Agosto 2023

Terziario in chiaroscuro nel 2° trimestre 2023: servizi ancora su (+0,8%), battuta d’arresto per il commercio al dettaglio (-0,9%)

Nel secondo trimestre del 2023 il fatturato delle imprese bergamasche con almeno 3 addetti attive nel terziario continua a evidenziare variazioni positive su base annua, benché in rallentamento: l’aumento rispetto allo stesso periodo del 2022 è pari al +4,2% nei servizi e al +2,5% nel commercio al dettaglio. Il confronto su base congiunturale, ossia rispetto al trimestre precedente, mette però in luce una flessione nell’ultimo periodo per il commercio al dettaglio (-0,9%), mentre i servizi si confermano in crescita, sebbene con una velocità quasi dimezzata rispetto ai primi tre mesi dell’anno (+0,8% vs +1,4%). Tale evoluzione si innesta in un quadro di inflazione elevata, il cui percorso di rientro non appare scontato: i prezzi stanno ancora crescendo e, se nei servizi l’incremento (+1,6% congiunturale) mostra un chiaro ridimensionamento, nel commercio al dettaglio la variazione risulta ancora elevata (+3%).

Tra i comparti si evidenziano variazioni positive per le attività di alloggio e ristorazione e i servizi alle persone, che beneficiano ancora della ripresa post Covid, oltre che dei servizi alle imprese, mentre il commercio all’ingrosso mostra una svolta negativa dopo il forte aumento registrato nel 2022.

La crescita del fatturato è stata favorita anche dall’incremento dei prezzi di vendita, tendenza che mostra un raffreddamento nel secondo trimestre (+1,6% la variazione congiunturale dopo il +3% del trimestre precedente) grazie all’allentarsi delle tensioni sul fronte dei costi.

L’occupazione delle imprese dei servizi prosegue la fase di crescita occupazionale evidenziata nell’ultimo anno: la variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre risulta pari a +2,4%.

Dopo il lieve ripiegamento nei primi tre mesi dell’anno (-0,2%), l’occupazione delle imprese del commercio al dettaglio riprende il sentiero di crescita, con una variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre pari a +0,8%. Al netto delle oscillazioni trimestrali, si conferma il trend positivo evidenziato negli ultimi anni.

Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: La spinta legata alle riaperture nei settori dei servizi si sta indebolendo, tuttavia la variazione su base annua resta ancora significativamente positiva, sebbene l’aumento del fatturato sia in parte riconducibile all’aumento dei prezzi. D’altro canto l’inflazione e la politica monetaria iniziano a giocare un ruolo nel deprimere i consumi e nei prossimi mesi questo effetto sarà più marcato. La diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie si nota già nella variazione negativa del fatturato del commercio al dettaglio, dove la dinamica inflativa è ancora intensa”.

Ultima modifica: Martedì 8 Agosto 2023
Venerdì 4 Agosto 2023

A Bergamo la produzione industriale svolta in negativo (-2,5%), scendono anche ordinativi e fatturato

Nel secondo trimestre la produzione delle imprese industriali bergamasche con almeno 10 addetti diminuisce del -2,5% rispetto allo stesso periodo del 2022: si tratta della prima variazione negativa dopo nove trimestri consecutivi di crescita. Per le imprese artigiane con almeno 3 addetti il dato rimane ancora lievemente positivo (+0,2%), ma in netto rallentamento rispetto agli incrementi dell'ultimo periodo. La variazione congiunturale, che misurando lo scostamento rispetto al trimestre precedente fornisce un'indicazione della tendenza più recente, conferma il marcato ripiegamento della produzione industriale (-1,1%) e il sostanziale "appiattimento" di quella artigiana (-0,1%).

Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: "La produzione industriale entra con il secondo trimestre dell'anno in territorio negativo. Hanno preceduto questo momento nove trimestri di variazioni con segno positivo, in sostanza dopo l'arresto per la pandemia, ma il rallentamento della produzione lo si osservava già da un anno. L'artigianato resiste, ma il calo degli ordini è più acuto che per l'industria e questo ci può dare indicazioni sull'evoluzione futura. Purtroppo la fase congiunturale negativa della Germania, nostro principale partner commerciale, l'inflazione, il rialzo dei tassi di interesse e la fine degli incentivi agli investimenti 4.0 producono i loro effetti".

Ultima modifica: Lunedì 4 Dicembre 2023