Registro imprese, ridotte le movimentazioni per effetto della crisi coronavirus

Giovedì 23 Aprile 2020

Registro imprese, ridotte le movimentazioni per effetto della crisi coronavirus

Le iscrizioni e le cessazioni all’anagrafe camerale nel primo trimestre registrano una decisa diminuzione

ll primo trimestre 2020 si chiude con 93.958 imprese registrate in provincia di Bergamo.

Lo stock delle imprese attive (83.810) è in calo tendenziale (-466 posizioni pari al -0,6% su base annua) dalla metà del 2012.

Nel periodo considerato si sono avute 1.513nuove iscrizioni (-18,7% su base annua) e 2.086 cessazioni (-18,2%), con un saldo negativo di -573 unità (-687 nel corrispondente periodo del 2019).

Le imprese attive aumentano su base tendenziale tra le società di capitale (+1,0%). Diminuiscono le società di persona (-3,0%), le imprese individuali (-0,6%) e le altre forme giuridiche (-2,4%), in prevalenza cooperative.

Il settore artigiano, con 30.132 imprese a fine marzo 2020, registra una riduzione del -0,4% delle unità registrate su base annua. Lo stock delle posizioni attive registra una riduzione di -194 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le iscrizioni (692) diminuiscono del -9,7% su base annua e diminuiscono anche le cessazioni (834) del -15,3%. Per questo trimestre si registra comunque un saldo negativo tra iscritte e cessate: -142 unità, contro quello del primo trimestre dell’anno precedente, -219 unità.

Tra i settori produttivi, la contrazione delle imprese attive rispetto a un anno fa riguarda prevalentemente il commercio all’ingrosso e al dettaglio (-497 pari al -2,2%), le attività manifatturiere (-250 pari al -2,3%, di cui 152 artigiane), trasporto e magazzinaggio (-30 pari a -1,4%). Si registrano aumenti prevalentemente tra i servizi di supporto alle imprese (+80 pari a +2,9%), le attività professionali (+70, pari al +1,9%) e le attività immobiliari (+32 pari al +0,5%), i servizi alle persone (+31, pari a +5,0%), i servizi di intrattenimento (+26 pari a +2,4%), istruzione (+23 pari al +5,5%).

Lo spaccato per genere, età e nazionalità delle posizioni attive evidenzia su base annua una flessione (-2,2%) delle imprese giovanili, un leggero aumento delle imprese straniere (+1,9%). Pressoché invariate le imprese femminili (-0,3%).

Praticamente invariate le procedure concorsuali di fallimento, scioglimento e messa in liquidazione: 356 nei mesi di gennaio e febbraio del 2020 (non sono disponibili i dati di marzo), in confronto alle 391 del corrispondente bimestre del 2019.

L’importazione periodica nel Registro imprese dei dati occupazionali comunicati a INPS in base alla localizzazione dell’impresa consente di stimare, con la cautela necessaria di fronte a dati di origine amministrativa, gli addetti, cioè le posizioni lavorative presenti nel territorio, al netto del settore pubblico e delle attività dei liberi professionisti.

Le quasi 107 mila unità locali delle imprese attive, pressoché invariate rispetto a un anno fa, impiegano 397.493 addetti. Rispetto allo stesso periodo del 2019 si registrerebbe pertanto un incremento di 4.885 mila addetti, con una variazione positiva del +1,2%.

Incrementi rilevanti si riscontrano nei servizi di alloggio e ristorazione (+2.069), nelle costruzioni (+1.116), nei servizi di supporto alle imprese (+979), nel trasporto e magazzinaggio (+803), nell’agricoltura (+307).

Una perdita di addetti su base annua si rileva nei comparti manifatturiero (-778), commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e moto (-551), fornitura di energia elettrica (-69).

Commenta il presidente Malvestiti:È presto per il momento leggere dai nostri dati l’effetto e l’intensità di questo brutto periodo iniziato quasi due mesi fa. Per ora quello che si nota è una forte diminuzione nel numero di nuove iscrizioni così come delle cessazioni d’impresa. La stasi che ha interessato il mondo produttivo si rispecchia quindi anche nelle registrazioni all’anagrafe delle imprese. Di fatto ogni decisione imprenditoriale è stata sospesa, sia per oggettive difficoltà materiali, sia per l’attesa di capire meglio le prospettive della crisi.”

Ultima modifica: Giovedì 23 Aprile 2020