Ombre di guerra anche sull’agroalimentare bergamasco

Mercoledì 23 Marzo 2022

Ombre di guerra anche sull’agroalimentare bergamasco

Crescono le esportazioni agroalimentari, le consegne di latte e la produzione di Grana Padano DOP ma pesa l’aumento dei costi energetici e di produzione.

Nel secondo semestre 2021 l’agroalimentare lombardo mostra segni di rallentamento. La redditività delle aziende agricole ha registrato una battuta d’arresto a seguito dei continui aumenti dei costi dell’energia e di produzione, tra cui spiccano soprattutto macchinari agricoli, imballaggi di cartone e plastica e bottiglie di vetro. Se peraltro l’indice sintetico di fatturato cumulato ha registrato una crescita nel semestre ciò si spiega in parte con l’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli e con il forte rincaro dei mezzi di produzione. Questo il quadro che emerge dall’ultimo studio semestrale sulla congiuntura agricola lombarda, condotto da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia.

Simili i risultati a livello nazionale, dove l’Istat, dopo due trimestri di crescita, ha calcolato nel terzo trimestre una variazione congiunturale negativa (-1,0%) del valore aggiunto in agricoltura. Questo risultato si deve leggere a fronte di un quadro di crescita tendenziale del Pil pari al 4,0% nel terzo trimestre e al 6,4% (stima preliminare) nel quarto trimestre.

L’andamento specifico dell’agro-alimentare a Bergamo si basa sui dati disponibili a livello provinciale, che si riferiscono alle esportazioni, alla produzione lattiero-casearia, alla demografia di impresa e all’occupazione.

Infine, a livello occupazionale gli ultimi dati disponibili - relativi al terzo trimestre 2021 - sulle comunicazioni obbligatorie relative a rapporti di lavoro dipendente, elaborati dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Provincia di Bergamo, offrono un quadro preciso della situazione territoriale. Nel terzo trimestre le assunzioni nel settore primario riportano un incremento tendenziale del +16,7% rispetto all’anno scorso e del +20,7% rispetto al 2019. I dati delle cessazioni nello stesso periodo superano del +25,5% il dato del 2020 e del 28,3% quello del 2019.

Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “Come per gli altri settori economici, anche nell’agroalimentare a destare preoccupazione sono specialmente i forti aumenti dei costi energetici e di produzione, che stanno erodendo la redditività delle aziende agricole orobiche, e le dinamiche inflative che in parte dipendono dal primo aspetto. La guerra, inoltre, amplificherà la scarsità di offerta di alcune materie prime, che già da alcuni mesi stavano condizionando l’economia mondiale.”

Ultima modifica: Giovedì 7 Aprile 2022