Investimenti 2019, industria bergamasca in crescita rispetto all'ultimo biennio

Mercoledì 18 Marzo 2020

Investimenti 2019, industria bergamasca in crescita rispetto all'ultimo biennio

Anche nei servizi la propensione all'investimento è in crescita, mentre cala nel commercio al dettaglio e artigianato. La crisi Covid-19 impone una riformulazione delle previsioni

L’accumulazione di capitale in Italia presenta ancora un rilevante divario rispetto agli altri principali paesi dell’Ue e la ripresa registrata nel 2016 è stata seguita da un rallentamento negli ultimi anni che ha incrementato il gap con le altre nazioni e la media europee. Per analizzare l’andamento degli investimenti nelle imprese bergamasche, la Camera di commercio ha condotto un approfondimento su questo tema in occasione della quarta indagine congiunturale del 2019.

Le imprese bergamasche che hanno investito nel corso dell’anno scorso sono per lo più nell’industria (68,8%), mentre gli altri settori evidenziano quote inferiori: 40,3% nei servizi, 31,4% nel commercio al dettaglio e 30% nell’artigianato. La performance dell’industria appare particolarmente positiva sia perché risulta in crescita rispetto all’ultimo biennio nonostante il rallentamento produttivo, sia perché la quota di imprese investitrici appare superiore alla media lombarda. L’industria bergamasca sembra quindi consapevole della necessità di non perdere competitività e di proseguire il percorso di trasformazione digitale in chiave 4.0, nonostante le difficoltà che attraversa il comparto manifatturiero a livello nazionale ed europeo.

Anche nei servizi la propensione all’investimento risulta in crescita e superiore al dato regionale, mentre commercio al dettaglio e artigianato evidenziano quote in calo nell’ultimo biennio e inferiori alle percentuali lombarde.

Le differenze tra i settori sono in parte dovute alla differente dimensione d’impresa, che si rivela una variabile fortemente correlata con la propensione a investire. L’industria beneficia infatti di una struttura caratterizzata da un peso maggiore delle medie e grandi imprese, mentre viceversa i dati dell’artigianato scontano la forte concentrazione di micro-imprese.

All’epoca della rilevazione le previsioni di investimento nel 2020 erano orientate a una maggior cautela, ma l’emergenza Covid-19 ha sbaragliato la situazione e i dati raccolti nel gennaio di quest’anno non rispecchiano il quadro attuale, che potrà essere valutato solo quando l’emergenza sarà rientrata. In ogni caso con l’eccezione del commercio al dettaglio, la quota di imprese che pensava di realizzare investimenti nel corso dell’anno era inferiore a quella che dichiarava di averli implementati nel 2019.

Rispetto all’anno precedente, il ricorso agli strumenti agevolativi aumenta nel commercio al dettaglio, ma si è ridotto negli altri settori con la la flessione più marcata nei servizi. In ogni caso, tali percentuali risultano generalmente superiori a quelle registrate in Lombardia.

L’ipotesi che le incertezze legate alla conferma del super ammortamento nel 2019 abbiano condizionato le scelte di investimento delle imprese trova parziale conferma nei dati: il super ammortamento rimane infatti lo strumento agevolativo privilegiato in tutti i settori, ma con percentuali in calo rispetto all’anno precedente, con l’eccezione del commercio al dettaglio dove rimane sostanzialmente stabile. L’iper ammortamento, strumento dedicato agli investimenti in chiave 4.0, viene utilizzato soprattutto nella manifattura, prevalentemente industriale, ma anche il commercio al dettaglio mostra un significativo incremento rispetto al 2018. Anche per quanto riguarda il ricorso alle agevolazioni fiscali, le imprese bergamasche mostrano una quota superiore al dato lombardo, tranne che per il super ammortamento nell’artigianato.

grafici del rapporto

Gli investimenti delle imprese bergamasche si concentrano soprattutto nei beni materiali, con quote che nell’artigianato, nell’industria e nei servizi si avvicinano al 90% del valore complessivo. In questi settori la voce che assorbe la maggior parte delle spese sono gli impianti, macchinari e veicoli. Diversa la struttura degli investimenti nel commercio al dettaglio, dedicati per tre quarti alla componente materiale, all’interno della quale gli impianti, macchinari e veicoli contano per un quarto, i fabbricati e i terreni per un quinto e a seguire le attrezzature informatiche e gli altri investimenti materiali.

Specularmente, la quota dedicata agli investimenti immateriali passa dal 10-13% nei comparti dell’artigianato, dell’industria e dei servizi a una percentuale più che doppia nel commercio al dettaglio, settore che nel 2019 sembra aver intrapreso con decisione la strada della trasformazione digitale. Tale sforzo è evidente in particolare nelle spese in software, dove le imprese commerciali hanno destinato il 13,6% degli investimenti complessivi contro il 4-6% degli altri comparti; significativi nel commercio anche gli altri investimenti immateriali, che risultano invece trascurabili per gli altri settori.

  Industria Artigianato Commercio al dettaglio Servizi
Fonte: Unioncamere Lombardia
Investimenti materiali 88,6 89,7 74,1 86,7
- Impianti, macchinari, veicoli 66,6 67,9 24,0 55,6
- Fabbricati e terreni 7,3 7,6 21,7 12,2
- Attrezzature informatiche 6,4 4,5 13,1 9,7
- Altro materiali 8,3 9,7 15,3 9,3
Investimenti immateriali 11,4 10,3 25,9 13,3
- Software 3,8 5,0 13,6 5,6
- Consulenza, ricerca e sviluppo, formazione 6,0 2,6 4,7 5,1
- Brevetti, concessioni, licenze 0,8 2,1 0,5 0,5
- Altro immateriali 0,9 0,6 7,0 2,0
Totale investimenti 100,0 100,0 100,0 100,0

Oltre il 40% delle imprese che non hanno realizzato investimenti nel 2019 adduce la mancanza di una reale esigenza, perché in diversi casi gli investimenti sono già stati realizzati negli anni passati o sono pianificati per il futuro. Tra le altre motivazioni, prevale l’incertezza delle prospettive di mercato, mentre la mancanza di risorse finanziarie rappresenta un ostacolo soprattutto per le imprese commerciali e artigiane. Da questi dati appare trascurabile l’incertezza circa la disponibilità delle agevolazioni, che potrebbe quindi aver modificato la composizione di strumenti utilizzati dalle imprese più che la propensione a investire.

Commenta il presidente Malvestiti: “Gli investimenti sono una delle principali voci del PIL e un fattore da cui dipende la competitività d’impresa. Il rallentamento italiano nel 2019 può essere legato all’incertezza sugli incentivi fiscali, ma certamente la nostra economia stagnante e gli investimenti già compiuti precedentemente non hanno stimolato ulteriori incrementi. È certo che la crisi mondiale del Covid-19 sta rivoluzionando le prospettive e sarà necessario seguire gli andamenti dell’emergenza e un graduale ritorno alla normalità per leggere la situazione con maggiore compiutezza. Ciò che conta oggi è superare la crisi sanitaria adottando comportamenti responsabili come cittadini”.

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Ultima modifica: Mercoledì 18 Marzo 2020