
Export alimentare bergamasco in crescita nel 2024, ma c’è l’ombra dei dazi americani
Le esportazioni verso il Regno Unito aumentano di un terzo grazie alle bevande. Forte calo per l’industria lattiero-casearia, nonostante il boom del Grana Padano
Nel 2024 le esportazioni agroalimentari bergamasche hanno raggiunto quota 1.482 milioni di euro, registrando una crescita del 4,2% rispetto al 2023, che si situa comunque al di sotto della media regionale (+5,7%) e nazionale (+7,9%).
Come già si notava dai dati parziali del primo semestre, l’impulso alla crescita provinciale è derivato dal settore delle bevande, dagli altri prodotti alimentari e dai prodotti della lavorazione di granaglie. Il settore primario ha dato un contributo positivo grazie alle colture permanenti.
Nel corso del 2024, le bevande hanno complessivamente registrato un aumento del 6,3%, mentre i prodotti alimentari sono rimasti stabili. Tuttavia, si segnalano all’interno di quest’ultima categoria variazioni positive per quanto riguarda i prodotti della lavorazione di granaglie (+67,8%), i prodotti per l’alimentazione degli animali (10,8%) e frutta e ortaggi lavorati e conservati (+8,3%); in forte calo, invece, pesce, crostacei e molluschi lavorati e conservati (-27,4%) e l’industria lattiero-casearia (-18,8%), nonostante l’incremento nelle esportazioni di Grana Padano, che hanno ottenuto una crescita del 9,2%.
Tra i principali Paesi di destinazione dell’agroalimentare bergamasco, emerge l’incremento ottenuto dal Regno Unito (+29,2%), grazie alle bevande (+43,4%). In aumento anche Paesi Bassi (14,8%), Germania (10,7%) e Stati Uniti (10,2%). In forte calo le esportazioni verso la Russia ( 17,4%), a causa delle sanzioni imposte dall’Unione Europea, Cina (-17%) e Francia ( 8,9%).
Bergamo si conferma la seconda provincia esportatrice lombarda nell’agroalimentare alle spalle di Milano. Seguono Mantova, Brescia, Cremona, Varese, Lodi, Pavia, Como, Lecco, Monza-Brianza e Sondrio.
Il timore degli operatori del settore è rivolto ora all’entrata in vigore dei dazi americani nei confronti dei prodotti europei, prevista per i prossimi giorni. Per l’agroalimentare bergamasco sarebbe un ostacolo importante, visto che gli Stati Uniti rappresentano uno dei principali Paesi di destinazione dei prodotti orobici, soprattutto per quelli lattiero-caseari e le bevande. Per quest’ultimo comparto, in particolare per i vini, si paventano aumenti eccezionali dei dazi.
Il valore delle esportazioni bergamasche verso gli Stati Uniti ha rappresentato nel 2024 una quota pari al 25,3% sul totale dello stesso comparto, ed è aumentata di 1,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Sono costituite per il 93,4% da bevande, 3,2% da prodotti alimentari e 1,4% da prodotti caseari.
Per quanto riguarda la demografia d’impresa in provincia di Bergamo sono 4.788 quelle attive nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, confermando la tendenza calante in atto da diversi anni anche a livello regionale. Circa un’impresa su quattro è gestita da donne. Le imprese giovanili attive sono rimaste stabili.
Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “Il settore agroalimentare bergamasco è fortemente internazionalizzato, e Bergamo mantiene salda la sua posizione di secondo maggiore esportatore a livello regionale. In questo momento tuttavia, le merci con destinazione Stati Uniti sono gli osservati speciali, in considerazione del rischio di introduzione dei dazi che potrebbero compromettere gli tanti sforzi compiuti per conquistare nuovi mercati di sbocco oltre oceano”.
Secondo il quadro lombardo, tracciato dallo studio di Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia, l’export agroalimentare ha registrato un aumento del 5,7%. Il comparto lattiero-caseario si è confermato come settore trainante dell’agricoltura lombarda e produttore del 47% del latte nazionale. Momento positivo per il settore suinicolo, nonostante una lieve flessione, mentre cereali e carni bovine attraversano una fase di difficoltà.